venerdì 21 ottobre 2011

I cittadini sanno farsi ascoltare

Finalmente,apprendo con molta soddisfazione che i nostri sforzi si sono cocretizzati, una formazione politica il Movimento Cinque Stella di Ravenna ha condiviso tutte le nostre osservazioni e le proposte questa lettera che trasmetto ora è parte del loro programma.
A seguito della serata di sintesi dei gruppi di discussione (i cosiddetti “focus group”) sulla “progettazione partecipata”, svoltasi venerdì 14 Ottobre, la volontà dei cittadini di rivalutare il quartiere Darsena e l’acqua del canale Candiano è apparsa lampante.
Il Comune di Ravenna deve prendere atto di questo punto di partenza e, unitamente agli Enti le cui competenze gravitano sulla Darsena portuale, deve spazzare via definitivamente il dubbio che gli interventi urbanistici futuri non prevedano la valorizzazione sia della via acqua sia del cosiddetto “waterfront”. In questi giorni stanno partendo i “workshop” (gruppi di lavoro o incontri formativi) che tratteranno come primo argomento proprio la “mobilità”.
Risulta pertanto utile portare a conoscenza della cittadinanza la necessità di mutare una situazione ambientale urbana che dallo smog, dalle polveri di ogni genere, dai rumori assordanti e costanti che rendono la vita di ogni giorno molto difficile, possa essere invertita a favore della salute. Il tutto grazie ai cittadini del quartiere e, nello specifico, grazie ad una riconversione dell’area portuale circostante la darsena di città che dovrà vederli protagonisti.
L’incremento di traffico legato terminal crociere, avviato da quasi un anno, si somma alle condizioni ambientali appena citate, in un continuo e ripetuto passaggio di un numero considerevole di pullman di grandi dimensioni che, nella maggior parte dei casi, transitano in città per tutto il tempo di permanenza delle navi da crociera nell’avamporto di Porto Corsini.
Riteniamo che il polo crocieristico sia stato realizzato senza considerare i canoni più elementari di basso impatto ambientale: la viabilità nel quartiere Darsena da e per il mare evidenzia questa criticità. La zona mare (i lidi) è inoltre attraversata da mezzi pesanti che operano per il rifacimento delle strutture portuali. Marina di Ravenna, Porto Corsini e la Darsena, quindi, condividono le stesse problematiche di traffico connesse al Porto e possiedono limiti di collegamento quali il traghetto ed il ponte mobile, che necessitano di un adeguamento tecnico consono ai tempi ed alle esigenze odierne. In futuro, la presidenza dell’Autorità Portuale dovrà necessariamente valutare e cercare di prevedere l’evolvere di queste problematiche, al fine di mettere in campo soluzioni già prospettate da oltre una decina di anni, partecipando attivamente alla risoluzione della questione “mobilità” intorno all’area del porto.
Alcune proposte formulabili sono:
1) La possibilità del trasporto via mare. L’impiego di un paio di motonavi da 1200-1500 passeggeri, simili se non addirittura le medesime impiegate dalla società ACTV di Venezia, permetterebbe di giungere, attraverso il Candiano, fino alle immediate vicinanze del centro di Ravenna. Una struttura appositamente progettata o, meglio ancora, lo storico edificio della “Dogana Vecchia”, potrebbe fungere da capolinea cittadino per i viaggiatori in partenza per il mare o, via treno e via autobus, per la città e la provincia.
2) L’impiego di trenini elettrici di superficie che potrebbero collegare i centri abitati dei lidi.
3) L’uso di zattere e pontoni per il trasporto del materiale inerte da e per i cantieri dell’area portuale che sostituiscano utilmente il trasporto via camion, dato che queste possono trasportare con meno viaggi molto più materiale.
4) La possibilità di usare il “ Cold Ironing”, ovvero l’allacciamento elettrico nel periodo di attracco dei natanti invece dell’utilizzo dei generatori di bordo con propulsione a gasolio, il tutto al fine di ridurre di oltre il 30% le emissioni di CO2 , del 95% quelle di ossidi di azoto e di particolato ed, infine, azzerare l’inquinamento acustico.
5) La predisposizione di un allacciamento di acqua potabile per rifornire i natanti in sosta ed evitare il transito di autocisterne.
6) La realizzazione e l’adeguamento delle banchine portuali secondo il cosiddetto modello “Porto Verde”.
7) La realizzazione di un collegamento fra darsena di città e centro città onde permettere lo scavalcamento della stazione ferroviaria o soluzioni che prevedano la realizzazione di una “stazione di testa”.
Riteniamo, a questo punto, che sia arrivato il momento di affrontare nella sua globalità le criticità emerse attorno alla riqualificazione del Quartiere Darsena nel suo complesso, grazie al rapporto che si verrà a creare fra città, canale Candiano, porto, lidi Ravennati, e più nello specifico, grazie alle scelte da mettere in campo per rispondere alle nuove esigenze riguardanti mobilità, urbanistica, infrastrutture e strutture per l’accoglienza turistica.
Tali scelte devono tenere conto di problematiche complesse che riguardano tutta la città, perché la città stessa verrà influenzata dai cambiamenti che deriveranno dalle scelte di oggi.
Per esempio, è giunto il momento di decidere cosa fare del trasporto pubblico, in quanto è ormai assodato che esso funziona ed ha un senso per la collettività se nel contempo vengono assunte scelte coraggiose di chiusura al traffico privato del centro storico e delle zone in cui il problema del traffico è cronico (vedi i lidi nel periodo estivo). In caso contrario, il trasporto pubblico risulta solo un peso economico per la popolazione e non apporta alcun reale beneficio.
Per questo, anche l’opzione del trenino elettrico a collegamento, per esempio, dei lidi con un parcheggio scambiatore, oppure dell’impiego di un treno con raggio d’azione più ampio che connetta la zona mare alla città, potrebbe risultare, al pari della via d’acqua, una valida alternativa al traffico su gomma, sempre con l’obiettivo di ottenere un impatto ambientale ridotto al minimo e un’offerta di mobilità diversificata.
Le scelte coraggiose riguardano anche quelle da attuarsi nella Darsena di città, che dovrà essere connotata in modo univoco e non casuale. Una proposta emersa durante i “focus group” è quella di dare alla zona un impronta turistica e culturale ed adeguare a questa scelta tutte le mosse future, in modo da rendere davvero il quartiere un punto di forza nell’accoglienza turistica. Per esempio, si può “usare” l’acqua come momento di festa, imparando dai paesi del Nord e pensando a battelli-ristorante oppure a pontoni dedicati al ballo, pub, alberghi, aree dedicate ai giochi, e nel contempo prevedere aree verdi, strutture per i giovani …
Coerentemente con questi criteri, sarebbe quanto mai opportuno rendere la città aperta ad un nuovo tipo di turismo che è attualmente non contemplato dal nostro sistema di accoglienza: cioè ad un turismo attento alla qualità della vita e a quella vivibilità che può rendere Ravenna, se opportunamente “curata”, una città “a misura d’uomo”. Trasporto pubblico, mobilità ciclabile, beni ed iniziative culturali, se resi davvero efficienti e facilmente utilizzabili da tutti, nessuno escluso, in un rapporto virtuoso tra tradizione e modernità, possono, a nostro avviso, contribuire a rendere la nostra città una meta appetibile per i “palati più sensibili” che non siano solo quelli del turismo stagionale o “mordi e fuggi”. Risulta perciò necessario prevedere la possibilità di tour diversificati e dedicati alle molteplici esigenze, per esempio unendo la degustazione di piatti tipici con la visita ai mosaici, offrendo inoltre una serie di tour serali ai villeggianti che di giorno frequentano le spiagge del litorale, secondo un filo conduttore che, ad esempio, potrebbe essere Dante oppure i mosaici, la gastronomia o il mare, la memoria o l’urbanistica….
Movimento 5 Stelle
Ravenna, 18 ottobre 2011

lunedì 10 ottobre 2011

Nord Africa

Da una lettera firmata ad un quotidiano locale leggo:sequestrati in casa,ci siamo ancora in via Molo San Filippo a Porto Corsini,finito il transito di centinaia di pullmans al servizio dei crocieristi(il traffico è stato spostato a Nord del paese in vie ancora più strette e anguste)ora iniziano i lavori di adeguamento della banchina portuale,lavori che dureranno nella migliore delle ipotesi 8/10 mesi.Programmare?non una parola è stata chiesta agli abitanti,che si vedranno aprire un cantiere a pochi metri dalle abitazioni,non un incontro per conoscere le necessità di quei pochi cittadini di serie B.Almeno hanno pensato alla sicurezza?la crocerossa non era stata prevista,vietato stare male,le auto private?arrangiatevi.
Dal,sito(http://www.port.ravenna.it/work/doc_alleg/PoliticaAmbientale_Rev0.pdf)dell'Autorità Portuale di Ravenna,così recita:l'Autorità Portuale di Ravenna,consapevole del ruolo che può svolgere per la salvaguardia del propio territorio e la SICUREZZA DEI SUOI CITTADINI,si pone come obbiettivo la riduzione degli impatti ambientali delle attività portuali e a tal fine ha adottato un propio Sistema di Gestione Ambientale, applicato a tutte le attività/servizi,conformemente alla norma UNI EN ISO 14001. L'obbiettivo verrà perseguito attraverso il miglioramento continuo del Sistema di Gestione Ambientale con un preciso impegno alla prevenzione dell'inquinamento e al rispetto delle prescrizioni legali ambientali, grazie al coivolgimento di tutto il personale,degli operatori e degli UTENTI.Questo impegno si concretizza tramite:l'individuazione e l'analisi delle attività svolte in ambito portuale per gestire gli aspetti che possono influire negativamente sulle componenti ambientali;l'informazione e la sensibilizzazione degli operatori portuali e degli UTENTI al fine di accrescere la consapevolezza ambientale favorendo lo sviluppo sostenibile dell'intero sistema porto.
Mi fermo,il documento continua,tanti bei principi,ma,come sempre accade non si concretizzano,è facile scrivere proclami,sperando che nessuno li legga,perchè,quali interessi vietano il coinvolgimento delle popolazioni interessate alle trasformazioni del territorio.I cittadini di Porto Corsini sono indignati,pensavano di essere al Sud dell'Europa comunitaria ma invece si sono accorti di abitare al Nord dell'Africa.